Rallentare i segni del tempo
Dott.ssa Tiziana Lazzari – Dermatologo e Chirurgo Estetico
Lo scorrere del tempo lascia sul nostro volto dei segni inconfutabili dello svanire della giovinezza dei tessuti. Rughe, macchie, perdita di tono e soprattutto lo spostamento verso il basso dei tessuti del volto concorrono a dare al nostro viso che invecchia un aspetto stanco e non più fresco.
Quale l’approccio migliore per rallentare questo processo?
Dopo oltre vent’anni di attività in medicina e chirurgia estetica, il mio approccio al paziente che si rivolge a me per perdere qualche anno è diventato sempre di più un approccio a 360 gradi, profondamente convinta che solo intervenendo su tutti gli aspetti dell’invecchiamento e integrando più metodiche che lavorano in sinergia si possono avere risultati di ringiovanimento “globale” e quindi “armonico”, nel pieno rispetto della fisionomia e della naturalezza dei tratti.
Utilizzando più tecniche ci si può sicuramente avvicinare al risultato di un lifting chirurgico senza i rischi e i tempi di recupero di quest’ultimo. Si evitano così anche lunghe assenze dalla vita lavorativa e di relazione. La mia formazione di dermatologa mi impone, quando mi trovo di fronte un paziente, di partire con un attento esame della cute, che mette in evidenza lo stato di idratazione e i danni del fotoaging, quali rughe, macchie e dilatazioni capillari più o meno evidenti.
L’effetto può essere quello di un leggero lifting?

Quali le tecniche oggi a disposizione?
La dermocosmesi mette oggi a disposizione una vasta gamma di sostanze mirate a “pelare” alcuni strati dell’epidermide al fine di consentirne il rinnovamento.
Le macchie più resistenti e gli antiestetici capillari vengono poi trattati con le tecnologie laser più avanzate o la luce pulsata di ultima generazione.
In presenza di discromie e alterazioni della texture, propongo sempre una o più sedute di peeling personalizzato, trattamento per me sempre attualissimo e insostituibile se ben gestito.

Nei trattamenti con PRP si è notata infatti una maggiore proliferazione dei fibroblasti, la produzione di collagene, elastina, acido ialuronico e loro precursori.
Per una buona azione di biostimolazione propongo poi il concentrato piastrinico, ovvero un concentrato autologo di piastrine in una piccola quantità di plasma.
Passo quindi all’analisi dei volumi del volto e ne propongo il ripristino con l’utilizzo di filler a base di acido ialuronico o idrossiapatite di calcio nei casi poco evidenti. Di fronte a “svuotamenti” importanti meglio ricorrere al lipofilling.
Personalmente utilizzo una tecnica di prelievo del tessuto adiposo che andrà poi reimpiantato nei punti del volto che hanno perso volume particolarmente innovativa, che mi consente di estrarre dal grasso la componente mesenchimale, particolarmente attiva e garanzia di risultati di lunga durata.

E per completare il trattamento?
E infine ci si concentra sul terzo superiore del volto, al quale dedico una particolare attenzione in quanto ritengo che non esista ringiovanimento in assenza di uno “sguardo giovane”. Per completare il risultato ottenuto con le iniezioni di botulino è perfetta l’integrazione con un particolare gel a base di acido ialuronico, studiato appositamente per la zona occhi.
Con l’avvento della tossina botulinica il lifting chirurgico del terzo superiore del volto risulta completamente superato.
Personalmente utilizzo una mia tecnica di stratificazione sottocutanea che mi consente di ridurre al minimo il traumatismo in una zona così delicata e riesco ad avere ottimi risultati nel miglioramento del solco lacrimale e conseguente attenuazione delle borse non troppo pronunciate. L’effetto di riempimento della cute si traduce anche in un effetto lifting con risalita delle guance verso le palpebre (il tear trough degli anglosassoni).