INDICAZIONI

Mammelle cadenti e svuotate, svivolamento della ghiandola mammaria verso il basso.

Durata intervento: 1-2 ore
Degenza: 1 notte/day hospital
Anestesia: generale o locale con sedazione
Decorso: rimozione punti dopo 15 giorni
Risultati: permanente con esito definitivo dopo 3/6 mesi

L'INTERVENTO DI mastopessi

La mastopessi è l’intervento chirurgico che ha lo scopo di sollevare le mammelle divenute cadenti. La caduta del seno, o ptosi mammaria, è dovuta a una progressiva perdita di tono del sistema di sospensione mammario. Con l’invecchiamento, le variazioni ponderali, le gravidanze e gli allattamenti si osserva una naturale e progressiva discesa del seno, associata o meno a una riduzione di volume. La pelle diviene sottile ed anelastica, il grasso perde in compattezza, il parenchima diminuisce di volume, i legamenti di Cooper divengono lassi e la mammella perde di aderenza rispetto all’aponeurosi muscolare. Tutto ciò porta ad uno scivolamento verso il basso delle mammelle. L’intervento di mastopessi consente di rimodellare il parenchima mammario, di far risalire in posizione corretta il complesso areola-capezzolo e di eliminare la pelle in eccesso.

L’intervento di mastopessi è indicato in caso di mammelle divenute cadenti e svuotate. Tuttavia la tecnica chirurgica non è la stessa per ogni paziente: se il seno ha solo perso un po’ di volume e si è leggermente “afflosciato”, può essere infatti sufficiente inserire una protesi per ridare una forma conica alle mammelle, senza ricorrere alla mastopessi.

L’intervento trova la sua corretta applicazione, invece, nel caso in cui la ghiandola mammaria sia scivolata verso il basso e si appoggi sul torace e il complesso areola capezzolo sia consensualmente disceso al di sotto del solco inframammario.
Normalmente l’altezza di un capezzolo si colloca lungo un’ipotetica linea orizzontale che congiunge la metà delle braccia, e si trova alla stessa altezza della linea del solco sottomammario La distanza normale del capezzolo dal giugulo è compresa tra i 19 e i 21 cm, a seconda della corporatura della paziente.

In caso di una ptosi areolare al massimo di 3-4 cm si può ricorrere alla mastopessi periareolare, nel caso invece la ptosi sia superiore ai 4cm è indicata la mastopessi verticale, con conseguenti cicatrice periareolare e verticale. Solo nel caso in cui la discesa della mammella sia superiore agli 8 cm è indicata la mastopessi con cicatrice a T invertita o a J.

Prima dell’operazione e nel postoperatorio, il paziente dovrà osservare con scrupolo tutte le indicazioni fornite dal chirurgo. Le complicanze sono di norma rare ma se dovessero intervenire si renderebbe necessario impostare terapie mediche e/o chirurgiche adeguate.

 

Nell’immediato post-operatorio le mammelle risulteranno poco mobili, eccessivamente alte, gonfie, con delle piegoline lungo le cicatrici: nell’arco di circa 30 giorni l’edema post-operatorio tenderà ad attenuarsi progressivamente, le pieghe tenderanno ad appianarsi e le mammelle assumeranno consistenza e forma naturali nell’arco di 3-6 mesi. Le cicatrici saranno considerate stabili a distanza di circa un anno dall’intervento.

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